Per l’incipit di questa silloge ho scelto le parole
di Gabriel García Márquez.
“La vita le si esauriva nel ricamo del sudario.Si sarebbe detto che ricamava durante il giorno per disfare il lavoro di notte,e non con la speranza di sconfiggere in quel modo la solitudine,ma tutto al contrario, per sostenerla.”
CANCRO
Lo immagino come un drago
risorto dal medioevo
che viene e ti porta via
gli affetti piú cari
Come il cobra
ti ipnotizza
col suo sguardo
E tu devi essere forte
affrontarlo ancora
come una guerriera
con la spada tratta
Aspettando che si decida
se lasciarti la vita
o darti col suo morso
la morte
-PRIMAVERA 2006-
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QUANDO IL MIO ULISSE TORNÒ DALL’ULTIMA SUA GUERRA
“Ma ella a lungo sedette, muta, l’animo pieno
d’immoto stupore; ora nel viso guardandolo
lo ravvisava ed or gli pareva un estraneo”
Nemmeno il cane
ti riconosce più
ti abbaia contro quando torni a casa
Ti guardo e mi sale in gola
la voglia di urlare
Dove Sei Amore Mio
Stringo i pugni
mi mordo brutalmente le labbra
ingoio il mio respiro
e vado fuori ad urlare
E tu che stai morendo
nel delirio di una rabbia
che ti lacera dentro
Tu ancora lotti
per una vita a metà
ma sempre vita
Ed io non smisi mai
nemmeno un giorno
di tessere per noi
la tela della speranza
-AUTUNNO 2006-
NOTA DELL’AUTRICE:-En algún momento volveré
a estar contigo para siempre … espérame-
La mia poesia la dedico anche a chi non si è mai arreso fino alla fine ad un male che lacera e consuma.
Consuma tanto quanto “gli effetti collaterali delle chemioterapie”.
Chi ha vissuto o subito sulla propria pelle questa tragedia all’interno della proprio nucleo famigliare, può ben comprendere questa mia nota.
Un abbraccio a tutte quelle persone coraggiose e alle loro famiglie che hanno affrontato con coraggio questa tremenda prova.
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L’ATTIMO IMMORTALATO
Vedo il Cristo morto
nelle braccia della madre
Vedo il corpo inerte nel sonno
la posizione é la stessa
Ma a sorreggerti non ci sono
le braccia di tua madre
solo il morbido sofá
-ANNO 2007-
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PRIMA NOTTE DI QUIETE
Questa notte
nel mio giardino arso
mi sembra di sentire
il dolore dell’azalea
sfiorita e agonizzante
E i petali di fiori
sono sparsi a terra
in un velo di malinconia
Ed aspettando
l’ultima alba con te
ho contato i tuoi respiri
amore mio
Fino all’ultimo
-11 GIUGNO 2007-
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ALBA DI SOLITUDINE
Ogni volta che la morte
aveva varcato la soglia
della nostra casa
ogni volta di notte
ti venivo a cercare
Solo così scacciavo
via la morte
e anestetizzavo il dolore
E facevo l’amore con rabbia
per stordirmi
placando i sensi
E adesso
in quest’ora
chi mi abbraccerá
-GIUGNO 2007-
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SOLA
Dal pozzo dei ricordi
si aggrovigliano lacrime
Aquel año se perdió
dentro de las olas
envuelto en la música triste
del rumor del agua
que fluye
dentro los velos
de la tristezza
Maldiciendo el destino
que atrae a la muerte
Dal pozzo
dei ricordi
risalire
sola
NOTA DELL’AUTRICE : -DIARIO 14 Febbraio 2008-
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LACERANTE DOLORE
Passeggio nel silenzio delle notti
in corridoi dall’ombra lunga
notti senza speranza
ed un finale già visto
di un male che lacera e consuma
Notti turbolente
dentro alla tempesta del dolore
I pensieri scorrono
tra i tanti fotogrammi di una vita
impressi nella mente
Poi…la luce di un sorriso
il tocco lieve
di una mano sulla spalla
mani che placano
il mio pianto