JOSÉ MARTÍ

di | 27 de Luglio de 2009

Biografia
José Julián Martí Pérez
(28 de enero de 1853 – 19 de mayo de 1895)

José Martí nacque a L’Avana – quando Cuba era ancora una colonia spagnola – dai genitori spagnoli Mariano Martí e Leonor Pérez Cabrera e fu il più vecchio di otto fratelli (lui e sette sorelle). All’età di 4 anni si trasferì con la famiglia a Valencia, in Spagna, ma tornarono sull’isola 2 anni dopo, dove il piccolo José frequentò una scuola pubblica del posto.

Oltre ad essere stato un grande scrittore, poeta e giornalista, Martí fu anche pittore. Nel 1867 si iscrisse alla Scuola Professionale per la Pittura e la Scultura de L’Avana per prendere lezioni di disegno.

Nel 1869 pubblicò il suo primo testo politico nell’edizione unica del giornale El Diablo Cojuelo. Lo stesso anno pubblicò “Abdala”, un dramma patriottico in versi, nel monovolume La Patria Libre. Il suo celebre sonetto “10 de octubre” fu pure scritto nel ’69 e fu pubblicato poco più tardi nel giornale della sua scuola.

Nonostante questo suo successo, nel marzo di quell’anno le autorità coloniali chiusero la scuola, interrompendo gli studi di Martí. Così, cominciò ad odiare la dominazione spagnola della sua patria. Allo stesso modo, crebbe in lui l’odio per lo schiavismo, che ancora era praticato a Cuba. In questo e in altri aspetti della sua vita intellettuale fu fortemente influenzato dal grande pensatore statunitense Ralph Waldo Emerson.

Nell’ottobre sempre del 1869 fu arrestato e incarcerato nella prigione nazionale, in seguito ad un’accusa di tradimento formulata dal governo spagnolo. Più di quattro mesi dopo, si assunse la responsabilità dei capi d’accusa e fu condannato a sei anni di reclusione. Sua madre tentò arduamente di liberare suo figlio (che a quel tempo aveva solo 16 anni, dunque era ancora minorenne), scrivendo lettere al governo; suo padre andò da un amico avvocato per un supporto legale, ma tutti gli sforzi fallirono. Col tempo Martí si ammalò e le sue gambe subirono gravi lesioni a causa delle catene che lo cingevano. Fu dunque trasferito dal carcere ad un’altra parte di Cuba nota come Isla de Pinos, invece di prolungare il periodo di reclusione. In seguito, il governo decise di rimpatriare Martí in Spagna. Lì studiò legge e scrisse articoli sulle ingiustizie del dominio spagnolo a Cuba.

Dopo aver passato qualche tempo in Spagna, completò gli studi – ottenendo un bachelor in arte – e conseguì il diploma in diritti civili. In seguito si trasferì in Francia, dove trascorse qualche tempo prima di ritornare segretamente a Cuba sotto falso nome, nel 1877. Non riuscì ad ottenere un impiego finché non accettò un lavoro come professore di storia e letteratura a Città del Guatemala.

Nel 1880, Martí sì trasferì a New York svolgendo il ruolo di console aggiunto per Uruguay, Paraguay e Argentina. Mobilitò la comunità di esiliati cubani, specialmente a Tampa e Key West, in Florida, per mettere in atto la rivoluzione e ottenere l’indipendenza dalla Spagna e, contemporaneamente, opporsi all’annessione di Cuba agli Stati Uniti, come desiderava qualche esponente politico americano.

Nel 1894 partì con la volontà di approdare a Cuba e lottare direttamente per la rivoluzione, ma fu intercettato in Florida.

Il 25 marzo del 1895 pubblicò il Manifesto di Montecristi, proclamando l’indipendenza cubana ponendo così fine a tutte le distinzioni giuridiche tra le razze, il contatto con spagnoli che non si opponessero all’indipendenza, e alla lotta contro chi approvava la via dell’indipendenza.

L’11 aprile dello stesso anno Martí sbarcò a Cuba con un reparto di esuli ribelli fra cui il Generalísimo Máximo Gómez y Báez.

José Martí venne ucciso dalle truppe spagnole durante la Battaglia di Dos Ríos del 19 maggio. È sepolto nel Cementerio Santa Efigenia a Santiago de Cuba.

Durante tutto il corso della sua vita, lo scrittore e poeta cubano si oppose al coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra per l’indipendenza di Cuba, riferendosi allo stato americano come