IL NATALE CADEVA A PERPENDICOLO – L´isola

di | 30 de Luglio de 2013

Ancora una toccante Poesia di questa Poetessa purtroppo scomparsa ,che non conoscevo e che mi ha profondamente toccata nel profondo!

Giovanna Sicari

IL NATALE CADEVA A PERPENDICOLO

Scrutiamo nell’aldilà e nella vista

alibi all’inconcludenza dei fili

di Natale, qualcosa di energico e mortale

passione che non si comprende,

desiderio di ordine di legge e di euforia

ma non avevo nomi per il mio piano divino

per l’ordine che vacillava,

il Natale si faceva stretto come un tunnel di mare

che avidamente voleva risposte

ma non c’era più, qualcosa agiva.

Il Natale cadeva a perpendicolo

in una gola affranta e affamata:

in tutto questo amore ti volevo come si vuole

l’ostia benedetta,la fame, la sete

ti volevo in quello stato d’assedio

che sceglie la legge sacra.

Purezza non c’è più negli uomini, solo musica caffè, facce perbene,

perché fumavo ancora perché rischiavo

perché il destino non si rivelava.

Telefonare a questo – telefonare a quello – ma non siamo

pronti!

Pigiare il pedale, comprare pigiami

e poi la cassetta automatica di Mozart

Mozart l’angoscia, il varco, l’essenza di rose

e valico sulla morale degli uomini –

Il male non è perfetto, il bene non è perfetto

angoscia e sudore: nude gambe, male, schiena

candore e frenesia, purificate!

Giovanna Sicari -Poesia tratta da: Epoca immobile,
Jaca Book, 2003

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Giovanna è stata una poetessa, scrittrice e critico

letterario italiano,

era nata a Taranto il 15 aprile 1954.

Nel 1962 con la famiglia si trasferisce a Roma.

Le sue poesie escono per la prima volta nel 1982

sulla rivista «Le Porte»,

quindi su «Alfabeta», «Linea d’Ombra», «Nuovi Argomenti».

A partire dal 1986, sono stati pubblicati sette libri

di versi e tre di prosa,

tra questi un volume miscellaneo, La moneta di Caronte,

che raccoglie contributi di scrittori contemporanei,

come testimonianze di fine millennio.

Dal 1985 al 1989 è redattrice della rivista «Arsenale».

In quegli stessi anni lavora come insegnante

nel penitenziario di Rebibbia,

incarico che mantiene fino al 1997,

quando si ammala gravemente.

Si sottopone a interventi e cure prima a Roma,

poi a Milano, dove si trasferisce

con il marito,il poeta Milo De Angelis

e il figlio Daniele.

Tornata a Roma nell’estate del 2003,

duramente provata dalla malattia,

muore nella notte tra il 30 e il 31 dicembre 2003.

Il suo ultimo libro di Poesie:Epoca immobile, Jaca Book, Milano 2003

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La raccolta di poesie di Milo De Angelis
“Tema dell’addio”
è dedicata alla moglie Giovanna Sicari