CAPODANNO-SOLITUDINE – L´isola

di | 31 de Dicembre de 2012

Due Poesie tristi di Antonia Pozzi

Capodanno

Se le parole sapessero di neve
stasera, che canti
e le stelle
che non potrò mai dire…

Volti immoti s’intrecciano fra i rami
nel mio turchino nero:
osano ancora,
morti ai lumi di case lontane,
l’indistrutto sorriso dei miei anni.

ANTONIA POZZI

Solitudine

Ho le braccia dolenti e illanguidite
per un’insulsa brama di avvinghiare
qualche cosa di vivo, che io senta
più piccolo di me. Vorrei rapire
d’un balzo e poi portarmi via, correndo,
un mio fardello, qundo si fa sera;
avventarmi nel buio per difenderlo,
come si lancia il mare suli scogli;
lottar per lui, finchè non mi rimanesse
un brivido di vita; poi, cadere
nella più fonda notte, sulla strada,
sotto un tumido cielo inargentato
di luna e di betulle; ripiegarmi
su quella vita che mi stringo al petto –
e addormentarla – e anch’io dormire, infine…
No: sono sola. Sola mi rannicchio
sopra il mio magro corpo. Non m’accorgo
che, invece di una fronte indolenzita,
io sto baciando come una demente
la pelle tesa delle mie ginocchia.

ANTONIA POZZI