ORCHIDEA NERA – 2

di | 1 de Maggio de 2012

Versi di Jacqueline Cristina MIù

Stanotte
il vento gira l’elica d’aria sotto il fusto
marionette d’ombra si cibano dell’ultima foglia rimasta
i bei sogni difficilmente abbracci
e tutto finisce tra i cocci dell’oblio

tu sei nella luce che la mente tiene sempre accesa
divorante come le ultime pagine d’un libro
ci respiriamo distanti senza riuscire a sfiorarci
come le lettere d’un alfabeto muto

potremmo scivolare sopra i corpi celesti
prigionieri di quest’attrazione animale
cucita col filo magnetico della terra
nelle cantine buie della radice di tiglio

ma è uno sbocciare alterno il nostro
che non insegue delle ripetitive stagioni la marcia
come se il tempo avesse lancette nello sterno
e noi con le mani dentro volessimo estirparle

il credere ciecamente nell’amore fa raramente il debutto
come fanciulle al primo ballo che si lustrano rosee labbra
come i battiti treni con partenze diverse
umiliati forse dal fuoco che gli spinge poi a fermarsi

stanotte
fremo ascoltato il leone in me
tu
mi stai appoggiata sulla guancia come un’orchidea nera
hai slegato i capelli
e loro hanno mandato le rondini a svernare in Africa
le mie mani ti vestono appena le isole dei seni
la mia fuga finisce nelle tue cicche ondulate
anche il silenzio mostra un po’ di ruggine
ma non il bacio che sa di frutti cari all’autunno