GIOVANNA LA PAZZA

di | 28 de Novembre de 2011

ELEGIA A DONNA GIOVANNA LA PAZZA

Principessa innamorata senz’essere corrisposta.
Garofano rosso in una valle profonda e desolata.
La tomba che ti chiude trasuda la tua tristezza
attraverso gli occhi aperti sopra il marmo.
Eri una colomba dall’anima gigante
il cui nido fu sangue del suolo castigliano,
spargesti il tuo fuoco su un calice di neve
e per volerlo nutrire le tue ali si spezzarono.
Speravi in un amore come l’infante
che ti segue reggendoti il manto.
E invece di fiori, di versi e di collane di perle
la Morte ti diede rose appassite al ramo.
Portavi nel cuore la formidabile aurora
di Isabella di Segura. Melibea. Il tuo canto,
come allodola che vede spezzarsi l’orizzonte,
diventa all’improvviso monotono e amaro.
E il tuo grido fa fremere le fondamenta di Burgos.
E opprime la salmodia del coro certosino.
E si scontra con l’eco delle lente campane
perdendosi nell’ombra tremante e lacerato.
Avevi la passione che dà il cielo di Spagna.
La passione del pugnale, dell’occhiaia e del pianto.
O principessa divina dal crepuscolo rosso
con la rocca di ferro e il filo d’acciaio!
Non hai mai avuto il nido né il madrigale dolente
né il liuto che singhiozza lontano.
Il tuo trovatore fu un giovane dalle squame d’argento
e i suoi accenti d’amore l’eco della tromba.
E tuttavia eri fatta per l’amore,
fatta per il sospiro, l’abbandono e le carezze,
per piangere triste sul cuore amato
sfogliando una rosa profumata con le labbra.
Per guardare la luna ricamata sul fiume
e sentir la nostalgia che il gregge si trascina
e guardare gli eterni giardini dell’ombra,
o principessa bruna che dormi sotto il marmo!
Hai gli occhi neri aperti alla luce?
O ai tuoi seni esausti si aggrovigliano i serpenti…
Dove sono i tuoi baci buttati al vento?
Dove la tristezza del tuo amore infelice?
Nella cassa di piombo, dentro il tuo scheletro
hai il cuore rotto in mille pezzi.
E Granada ti conserva come santa reliquia,
o principessa bruna che dormi sotto il marmo!
Eloisa e Giulietta furono due margherite
ma tu sei stata un rosso garofano insanguinato,
che venne dalla terra dorata di Castiglia
a dormire fra neve e casti cipressi.
Granada era il tuo letto di morte, donna Giovanna,
i cipressi i tuoi ceri, la sierra il tuo altare.
Una pala di neve che placa le tue ansie,
con l’acqua che ti passa vicino. L’acqua del Dauro.
Granada era il tuo letto di morte, donna Giovanna,
con le sue vecchie torri e il giardino silenzioso,
con l’edera morta sopra i muri rossi,
con la nebbia azzurra e il romantico mirto.
Principessa innamorata e mal corrisposta.
Garofano rosso in una valle profonda e desolata.
La tomba che ti chiude trasuda la tua tristezza
attraverso gli occhi aperti sopra il marmo.

Federico Garcia Lorca ,Granada, dicembre 1918

Federico Garcia Lorca
Nascita: 05/06/1898
Morte: 27/07/1936
Nazionalità: Spagna
Professione: Poeta

LORCA compose la stupenda ‘ Elegia a Dona Juana la loca ‘
( Elegia a Donna Giovanna la Pazza )
in cui la chiamò:
” Principessa innamorata e mal corrisposta ” .
Giovanna, detta la Pazza, fu una regina di Spagna, vissuta nel Rinascimento.