EL MURO QUE NOS SEPARA

di | 29 de Novembre de 2009

Al di lá di quelle bianche pareti
anime in attesa con occhi febbrili
scrutano il vuoto
nell’ansia disperata di libertá
aspettando una inattesa speranza
legata a un filo di luce
nella memoria
attendono nel loro terrore muto
la notte che arriva buia
per oltrepassare di nascosto
il confine del non reale
per uscire a riveder le stelle
Combattono
ad ogni nuovo sorgere del sole
coi propri fantasmi
e con le loro paure
e sognano
di sfuggire alla malattia
Come uccelli aprono le braccia
le sbattono come ali
spiccano il volo
abbandonandosi
ad un attimo travolgente… felice

Questa poesia la dedico a:

A questi malati e alle loro famiglie,
insieme nel difficile cammino che porta di nuovo verso la vita
e
ad Alda Merini ed alla Poesia
sua salvezza dal dolore dei ricordi di quella segregazione dentro a quei giardini.

“su e giú per quelle barriere/ inferocite dai fiori/persi in un sogno /di realtá che fuggiva/
buttata dietro alle nostre spalle/ da non so quale chimera.”

La chiusa ancora più cruda e dolente:
“allora abbiamo ascoltato sermoni/abbiamo moltiplicato i pesci/laggiú vicino al Gargano/ma il Cristo non c’era/ dal mondo ci ha divelti/come erbaccia.”