GIUSEPPE CONTE

di | 27 de Settembre de 2009

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questa Poesia
scritta dal Poeta Giuseppe Conte,

Il suo é uno stupendo omaggio al mare.

“Da ragazzo volevo imparare a camminare
su di te, leggero come un ramo,
rispondendo a non so quale richiamo
di profezia, di eresia.
Lo voglio ancora, ne voglio ancora,
di mare, di poesia.
Per tutte le infelicità, le umiliazioni
per tutto quello che di male
mi fa la terraferma, tu sei medicina
Perchè sei libero
e per i liberi,
non finirò di scrivere
su di te mare, il sempre mare,
non finirò di cantare
di te.”.

Poeta, narratore e saggista, Giuseppe Conte è nato ad Imperia.
Ha studiato all’Università Statale di Milano laureandosi in Lettere nel 1968, con una tesi di estetica.
Abbandonato l’insegnamento, è diventato consulente per la poesia dell’Editore Guanda,
ed ha scritto per giornali come Stampa Sera, Mercurio (supplemento culturale di Repubblica) e Il Giornale.
Ha esordito con un libro di critica nel 1972, La metafora barocca, mentre i suoi primi testi poetici
sono apparsi nella celebre antologia La Parola Innamorata (1978).
Con la raccolta Le Stagioni (1988) Conte ha vinto il Premio Montale.
È stato redattore della rivista Il Verri ed ha collaborato con saggi di critica e teoria letteraria
a riviste come Nuova Corrente, Sigma, Altri Termini, L’Altro Versante, Tema Celeste ed altre.
I suoi interessi che si focalizzano intorno ai grandi temi del mito e della natura trovano
la loro espressione più alta nei suoi primi libri, L’Ultimo Aprile Bianco, (1979)
che ebbe un impatto molto forte sulla scena poetica di allora, e L’Oceano e il Ragazzo,
con cui avvenne la sua consacrazione nel 1983.
Già lo stesso titolo del libro indica chiaramente il ruolo decisivo assunto dal mare nella sua poesia,
ruolo in qualche misura ereditato appunto dalla ricca tradizione poetica ligure del Novecento:
Mario Novaro, Sbarbaro e Montale.
Ereditando gli elementi esterni dai precedenti poeti liguri,
si diversifica nel significato metafisico attribuito al mare, inteso nella sua poetica,
come un simbolo della forza e del mistero.
Nell’introduzione al volume L’Oceano
e il Ragazzo Giorgio Ficara scrive:” il mare è una misteriosa condizione della salvezza,
che ora appare come un dio e ora appare come un sogno o un enigma”.
L’Oceano e il Ragazzo è stato tradotto in francese da Jean-Baptiste Para
e ha vinto il premio Nelly Sachs per la migliore traduzione di poesia dell’anno (1989).
Nel 1987 viene pubblicato Equinozio d’autunno, anche in questo caso il mare assume un ruolo decisivo
e come per la maggior parte delle poesie lo spunto esterno
è offerto dal paesaggio ligure della riviera di Ponente,
ma subito l’angolazione mitica e leggendaria di Conte si delinea con chiarezza.
Nel 1992 scrive Dialogo del poeta e del messaggero, che in pochi mesi raggiunge la seconda edizione.
In questo libro è contenuto il poemetto Democrazia, in cui Conte tocca i temi e i toni della poesia civile,
ma con riferimenti Whitmaniani ..

Il Primo Ottobre 1994 con un gruppo di giovani ha occupato pacificamente
la Chiesa di Santa Croce a Firenze e,
dopo la lettura rituale de I Sepolcri del Foscolo davanti alla tomba del poeta,
ha lanciato un messaggio per la rinascita spirituale della poesia.
È l’ispiratore del movimento detto Mitomodernismo, inaugurato a Milano nel gennaio del 1995,
che vuole riportare sulla scena dell’arte il mito incarnandolo nella contemporaneità.

Il poeta è da sempre appassionato di musica e di teatro: ha scritto due libretti d’opera,
collaborando con musicisti come Gianni Possio e artisti come Mimmo Paladino;
nell’ambito del Primo Festival del Mitomodernismoad Alassio,
nell’estate del 1995, ha creato L’Iliade e il jazz, un’opera poetico-musicale,
in collaborazione con il contrabbassista Dodo Goja.
Nel 1997 è uscita una sua nuova raccolta dal titolo Canti d’oriente e d’occidente.
Come traduttore, si è occupato di Blake, S