SETE

di | 15 de Dicembre de 2008

Chiudo lentamente una mano, le unghie strette sul palmo mi ricordano alcune delle vostre leggi fisiche,
come l’impenetrabilitá dei corpi, rilascio lentamente la stretta, la pressione svanisce e cosí il dolore.
Passano i secoli ed io sono qui, il mio orizzonte é ovviamente oscuro, diciamo nero.
Oggi riprovo, iniziando dalla prima falange inizio a richiudere un’altra volta il pugno ed ancora una volta
le unghie feriscono il palmo della mano.
Mentre mi appresto a dormire ancora per secoli e secoli mi giunge alla mente un pensiero, il dolore é vita.
Il dolore é vita.Io sono vivo.
La morte non fa male, la vita si.
Cosí che stringo la mano ancora piú forte e la vita si fa sempre piú vicina.
Ma non é cosí facile, oggi ho sentito il richiamo di un lupo, volevo toccare il suo pelo con la punta delle dita,
ma le mie dita non toccano altro che terra.
Le forze tornano, la mia mente é sempre piú chiara, giá posso chiudere il pugno senza ferirmi, le mie mani hanno coscienza di se
stesse, gli occhi vedono sempre meglio nel buio, adesso ho perfino fame e soprattutto…sete.
Sono stanco di queste quattro assi, adesso mi sento bene, voglio uscire, voglio vedere, voglio volere.
Alzo una mano e mi sorprendo, la mia forza spezza il legno e rimuove la terra, allora mi alzo, tutto il mio corpo
reclama uscire da qui, non so come, sono fuori.
Per variare é notte, una tipica notte di quelle in cui tutto puó succedere.
Per me é solo notte, questo mi fa star bene, non so perché, non so quanto ho dormito peró adesso sono fuori e,
meravigliosamente é notte.
Ed ho sete.
Inizio a camminare verso dove non so, cammino e basta, cammino e cammino.
Ad un certo punto arrivo a un fuoco con tante persone attorno, io guardo da lontano e vi vedo.
Ballando attorno al fuoco per esorcizzare il male, ballando attorno al fuoco sperando che perdoni i vostri peccati.
Ma io non sono il fuoco, io non perdono peccati, io ho solo sete.